Here I am

Stori3 N° 0 – Reportage dal trimestrale Indipendenza

Tra le centinaia di migliaia di migranti annui solo i più fortunati riescono a raggiungere i paesi europei, nella speranza che i propri diritti vengano riconosciuti. L’obiettivo è cominciare ad “essere”, attraverso la propria indipendenza. In Italia c’è chi viene accolto nei SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), dei veri e propri cohousing, ovvero case di accoglienza gestite da cooperative del privato sociale e finanziate dal Ministero dell’Interno.

I cohousing, oltre a sostenere gli ospiti garantendo loro cibo e ogni altra primaria necessità, secondo i dati governativi di inizio 2024, hanno messo a disposizione circa 44 mila posti (SAI), ai quali se ne sommano circa altri 80 mila nei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), a fronte di circa 430.000 persone tra rifugiati e richiedenti asilo presenti sul nostro territorio.

Questa stima non considera però il totale degli immigrati presenti sul territorio italiano, infatti all’inizio del 2023 il numero di residenti stranieri in Italia ammontava a 5 milioni di persone, ovvero circa l’8,6% dell’intera popolazione nazionale, cui l’84% è concentrato nelle regioni del centro-nord.

Questo fenomeno ha subito un’inarrestabile crescita fino al 2023, dove il numero di migranti sbarcati nei soli primi quattro mesi è letteralmente quadruplicato rispetto allo stesso periodo dei precedenti due anni e al 2018, mentre è addirittura 50 volte più alto rispetto a quello del 2019. Quest’anno si registra invece un calo, con 16mila sbarchi al 22 aprile, contro i 35mila dell’anno passato. Tra le principali ragioni per cui queste persone fuggono dal proprio paese ci sono i conflitti armati, una diffusa povertà estrema, la violenza domestica, i matrimoni forzati, la tratta, lo sfruttamento e i cambiamenti climatici.

La più trafficata delle vie migratorie è quella balcanica, che nel 2022 ha registrato il passaggio del 45% degli attraversamenti irregolari, seguita dalla rotta del Mediterraneo centrale che coinvolge le frontiere marittime di Libia, Tunisia, Malta e Italia. Gli accordi tra i governi europei e quelli dei paesi attraverso i quali c’è il maggior flusso migratorio sono molteplici e tra questi ha un ruolo fondamentale la Turchia, con la quale l’Unione Europea nel marzo del 2016 ha firmato un accordo per porre un freno alle partenze dei migranti, accordo che ha già fruttato ad Ankara 6 miliardi di euro di contributi europei e che prevede, tra i vari punti, il rimpatrio in Turchia di tutti coloro che hanno compiuto la traversata verso le isole greche irregolarmente.

La posizione geografica, unita alle conseguenze degli accordi con l’UE, hanno portato il paese eurasiatico a essere oggi in cima alla classifica mondiale per numero di rifugiati sul proprio territorio insieme all’Iran: 3,4 milioni di persone. Ai flussi migratori provenienti da Asia e Africa si sono uniti anche quelli provenienti dall’Ucraina, che dal febbraio del 2022 ha già visto fuggire 8 milioni di persone.

Here I Am segue la vita di ragazze e donne di origine africana, alcune delle quali giovani madri, ospitate in due cohousing nel comune di Bologna gestiti dalla “Cooperativa Sociale Società Dolce”. Il progetto le accompagna in questo percorso di ricerca della propria identità, dignità, indipendenza, mostrando piccoli e grandi momenti di una quotidianità segnata dal distacco dalla propria cultura e dalla propria terra.

(I nomi dei soggetti sono inventati per proteggerne la privacy)

Dalila, 18 anni, dalla Guinea
La Guinea ha oggi un governo militare che ha preso il potere con un colpo di stato nel settembre 2021, mettendo fine a una violenta dittatura durata più di 10 anni. Oggi il presidente è il colonnello Doumbouya e pare che il potere rimarrà ancora nelle mani di un uomo forte piuttosto che in quelle della democrazia.
Adwoa, 17 anni, dalla Somalia
In Somalia è in corso una guerra civile iniziata nel 1986, il paese è inoltre colpito da più di un anno da una carestia causata da una gravissima siccità, la peggiore mai registrata negli ultimi 40 anni. L’insieme delle cose rende il paese tra i più poveri e violenti al mondo.
Casa Birba
Essere ospiti, rimanere sospesi in uno spazio che non è proprio e che sappiamo essere solamente momentaneo, può far sentire in tanti modi diversi. Dentro ogni persona c’è sicuramente la paura, l’instabilità difficilmente lascia spazio alla pace, la solitudine allunga le sue braccia più tenebrose. Allo stesso tempo, però, c’è una grande forza che spinge affinché si possa avere una vita migliore e si possa finalmente “essere”. Dopo aver trovato il coraggio per fuggire verso un sogno, o lontano da un incubo, è dietro ogni angolo che si può nascondere quello che sarà il nuovo cammino, quelle voci e quei visi che potranno portare l’energia per un futuro diverso.
Casa Birba. Esi, 17 anni, dalla Tunisia. Nadia, 18 anni, dalla Tunisia. Raven, 16 anni, dalla Nigeria
A Casa Birba il regolamento prevede che ogni ospite possa fermarsi per 6 mesi, estendibili fino a 12, o fino la compimento dei 18 anni. Ci sono ragazze che si trovano a vivere insieme per lungo tempo, Casa Birba diventa così culla di nuove amicizie.
Moosa, 3 anni, è nato in Italia ed è il figlio di Akilah, 22 anni, dal Mali
Il Mali è in piena crisi di sicurezza, politica e umanitaria dal 2012, causata principalmente dalle insurrezioni jihadiste e dalla corsa alle risorse naturali. Quello del 2012 è stato il primo di tre colpi di stato (2020 e 2021 i successivi), nel mezzo di una guerra che ha causato lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone.
Casa Birba. Nadia, 18 anni, dalla Tunisia. Dalila, 18 anni, dalla Guinea. Raven, 16 anni, dalla Nigeria.
La sala comune è il principale spazio di incontro e di scambio della struttura. È il luogo dove sentieri diversi si intrecciano e dove nascono le relazioni tra le abitanti di Casa Birba. Tra le più grandi difficoltà quotidiane c’è quella della lingua: molte ragazze, infatti, non parlano che quella originaria del proprio paese e solo in alcuni casi sanno l’inglese o il francese.
Folayan, 16 anni, dalla Somalia
Nel 2022 si registra che in Europa ci siano circa 120 mila persone tra rifugiati e richiedenti asilo provenienti dalla Somalia, mentre si contano circa 815 mila rifugiati nel mondo (metà 2023) e 3,8 milioni di sfollati interni, su una popolazione totale di 12,3 milioni di persone.
Moosa, 3 anni, è nato in Italia ed è il figlio di Akilah, 22 anni, dal Mali
Le madri sono spesso occupate dal lavoro durante il giorno e la sera non sempre hanno l’energia per stare dietro ai figli. A Casa Mila capita spesso che una madre si prenda cura anche degli altri bambini. Il bisogno di attenzioni dei piccoli è però ampio e costante e così non sempre c’è qualcuno disposto a seguirli.
Palestra della Bolognina Box, Bologna. Aida, 18 anni, dalla Tunisia.
Aida ha potuto ricominciare a praticare una passione che coltivava quando ancora si trovava nel suo paese d’origine. Nel programma dei SAI si cerca di dare la possibilità di partecipare a laboratori, sport e attività di vario tipo, come box, danza, yoga e pittura.
Anele, 36 anni, dalla Costa D’Avorio.
Anele è attualmente la donna più anziana all’interno di Casa Mila