Giuseppe Menegus

Giuseppe Menegus

Questioni di casa

Quando zio Carmelo ritorna alla casa di famiglia, è sempre lui, in quanto figlio maggiore, a sedersi a capotavola, proprio là dove una volta si sedeva suo padre.

Tatashe

Inaku sale su un vagone centrale e poi si fa strada fino alla coda del treno. L’ultimo vagone è vuoto e può rimanere da solo. Dalla tasca prende il telefono. Snoda le cuffiette, le infila nelle orecchie e mette della musica. Bob Marley, Waiting in Vain.

Il prezzo dell’indipendenza

Luna, Francesca e Camilla sono escort. I motivi della loro scelta professionale sono diversi, così come il loro modo di vivere la quotidianità e il rapporto con i clienti. Ad accomunarle sono i soldi. Una montagna di soldi. Ma con quali conseguenze?

Più libri. Più liberi?

Dal 6 al 10 dicembre l’avveniristico Nuovo Centro Congressi dell’EUR, più che una nuvola è parso un gigantesco formicaio di cristallo, una di quelle teche luccicanti dove appassionati mirmecologi con gli occhiali spessi e tendenze voyeuristiche insediano una colonia di formiche per poterla studiare e osservare con attenzione. La colonia, in questo caso, era antropomorfa. Ben 115mila persone - tra cui il sottoscritto, per l’intera giornata di sabato – radunatisi in cinque giorni di amplesso librario collettivo: Più Libri Più Liberi - d'ora in poi PLPL -, la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria.

Ombre romane

Ogni lunedì e ogni martedì, verso le 20:30, Alessandro si avvicina al grande parcheggio di fronte alla stazione Ostiense, e insieme a lui ci sono un’ottantina di persone. Arrivano, si siedono sulla lunga panca di alluminio vicino alla fermata dell’autobus, e aspettano. Di lì a poco arriva un furgoncino, parcheggia, e alcuni volontari allestiscono un banchetto per la distribuzione di pasti pronti gratuiti. Alessandro prende la sua busta e poco dopo mi si avvicina.

A metà strada

Una volta ottenuti i documenti, le lacrime che i richiedenti asilo del campo di Nea Kavala versano non sono solo lacrime di gioia. Sono anche le lacrime di chi, lasciando il campo, lascia compagni di viaggio, amici, componenti della propria famiglia. Qui, in questo angolo sperduto, grazie a persone come Salam, mi sono ricordato di come le relazioni senza secondi fini siano una parte essenziale della nostra esistenza.