Verso Nord – Himachal Pradesh

Non so in quale villaggio passerò la notte, prima di partire ho deciso di farmi trasportare dagli eventi, ma ancor di più dalle emozioni. Percepisco per un istante una profonda connessione tra la moto e l'asfalto, tra il mio cuore e i selvaggi luoghi che mi circondano, mi assorbe un vortice di corpi, metallo, foglie e mistiche visioni di un'India sfuggente, dall'aria tersa e rarefatta.

Sopravvivere ai sensi – Dehli

Il primo senso che viene colpito, mettendo piede fuori dall’aeroporto della capitale indiana, è l’olfatto. L’arrivo in India ha un odore inconfondibile, difficile da descrivere, antico e prezioso, paglioso e penetrante. L’aria è tristemente pesante e inquinata, soprattutto in questo…

Scosse sismiche in Moldavia. Secondo episodio

Ritrovo gli appunti del viaggio precedente tra i file del computer e sorrido. Vorrei rimetterci mano, inserirmi di più nella narrazione, adeguare lo stile alle parole che seguono, aggiornare giudizi ormai mutati, ma l’istantanea di una Moldavia disillusa corrisponde ancora alla realtà di un paese dimenticato. Ci torno per l’ennesima volta dopo otto mesi circa. Una guerra fratricida ha causato l’ennesimo terremoto politico che, almeno stavolta, hanno avvertito tutti. 

La verità su Emanuela ci è dovuta

Il significato della data del 22 giugno 1983 lo conoscono in molti; altrettanti, ignorando il calendario, hanno comunque presente la storia che ha avuto inizio quel giorno; altri ancora, i più giovani, è possibile che non abbiano idea di cosa si stia parlando, ma prima o poi lo sapranno. Perché la storia di Emanuela Orlandi – cittadina vaticana di quindici anni sparita sul suolo italiano dopo aver svolto la sua consueta lezione di musica alla scuola Ludovico da Victoria – è una di quelle che una volta entrate dentro l’immaginario collettivo, non ne escono più.

Scosse sismiche in Moldavia. Primo episodio

La Moldavia ha appena compiuto trent’anni ma dimostra la maturità di un neodiplomato. Anche qui, come in gran parte dei paesi dello spazio post-sovietico, si celebra il trentennale dell’indipendenza dalla Grande Madre. Il clima che trovo, in questa seconda visita avvenuta nel giro di tre anni, è simile a quello che incontrai la prima volta.

Ombre romane

Ogni lunedì e ogni martedì, verso le 20:30, Alessandro si avvicina al grande parcheggio di fronte alla stazione Ostiense, e insieme a lui ci sono un’ottantina di persone. Arrivano, si siedono sulla lunga panca di alluminio vicino alla fermata dell’autobus, e aspettano. Di lì a poco arriva un furgoncino, parcheggia, e alcuni volontari allestiscono un banchetto per la distribuzione di pasti pronti gratuiti. Alessandro prende la sua busta e poco dopo mi si avvicina.

Borders. Viaggio al confine polacco-ucraino

Chi entra in Polonia, varcando la frontiera dopo chilometri di cammino, trova il centro di primo soccorso, allestito lungo un piccolo ritaglio di terra che fiancheggia la strada che conduce alla dogana. Sono i gazebo delle organizzazioni umanitarie, delle piccole Ong arrivate da ogni parte del mondo. Ci sono i francesi di “Sauveteurs sans frontières”, poi l’associazione statunitense dei “Sikh”, e poi gli inglesi, scozzesi, spagnoli, i volontari della comunità pakistana in Germania. Le loro bandiere sventolano orgogliose al fianco dei colori giallo e blu.

Bisognerà accontentarsi dell’approssimazione. Diario di uno studente dal confine della guerra

Da un torrente in piena ad un fiumiciattolo alimentato dall’acqua piovana. Se al confine rumeno-ucraino di Siret passavano circa 30.000 profughi al giorno durante l’inizio della guerra, ora non ne passano più di mille. Chi doveva scappare, sembra, l’ha già fatto. Le sirene antiaereo delle città tra Leopoli e Kiev suonano in continuazione, ma l’abitudine le ha fatte diventare un sottofondo musicale. Nelle altre zone, perfino il boato delle bombe è divenuto normalità.